Si parla di conflitto interpersonale quando nasce un contrasto con l’altro, che può riguardare in generale tutti quegli aspetti importanti della vita come: gli obiettivi, i valori, I bisogni, le passioni.

Spesso quando si pensa al conflitto, lo si associa a qualcosa di negativo. Per questo motivo capita che si fugga dal conflitto, pensando che per non peggiorare le cose sarebbe meglio evitarlo, ma questo porta a soffocare un proprio bisogno ed accettando, in maniera passiva l’idea dell’altro, a lungo andare può emergere rabbia e frustrazione.

Vediamolo, invece, come una forma di conoscenza e crescita propria e dell’altro. Per avere così una migliore assertività e autostima, potranno emergere le emozioni anche quelle che è più difficile aspettarsi. Un conflitto “sano”, può aiutare a lavorare sulla rigidità, smussando gli angoli più acuti. È una forma di apprendimento, è una spinta che permette di comprendere quanto si tiene a se stessi e all’altro, che è possibile accettare un’opinione diversa dalla nostra continuando a vivere bene nella relazione.

È necessario porre attenzione a “quello che si dice “, ma soprattutto “a come si dice”. Poiché la trasmissione del contenuto può essere facilitata o meno dalla modalità che si usa.

Essere aggressivi, anche se spinti dalla paura, non ascoltare, non lasciare parlare l’altro sovrastandolo con un tono di voce elevato, non aiuta la risoluzione del conflitto. Quando si fa strada la competizione la fine porterà ad avere un “vincitore” e un “vinto”, perdendo così di vista l’altro e i suoi bisogni, ma anche i propri.

Come affrontare un conflitto?

Lavorare sull’essere consapevoli di quelli che sono i propri bisogni ed esigenze e riuscire a manifestarle in modo chiaro attraverso una comunicazione efficace. Ascoltare l’altro senza interrompere.

Servirsi della mediazione e riconoscere entrambi con le proprie differenze , questo è utile per sviluppare anche quella parte creativa che può diventare una grande risorsa per il futuro.

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